I busti del Giardino Pubblico e la storia della città

10.11.2012 11:00

 

Nella mattinata di sabato 10 novembre 2012 con la guida di Luca Bellocchi, storico dell’arte, è stata organizzata una passeggiata d’autunno nel Parco del Giardino Pubblico di via Giulia, alla scoperta dei personaggi illustri, ivi ricordati con un’erma.

Il Giardino Pubblico di Trieste «Muzio de’ Tommasini» è stato realizzato tra il 1854 e il 1864 su un terreno di orti e vigneti appartenenti alle monache benedettine e acquistati dal Comune con l’intenzione di costruire una chiesa da intitolare a S. Francesco ed alcuni edifici residenziali, ma il progetto non trovò attuazione e Muzio de’ Tommasini (1794-1879), allora podestà di Trieste, esperto botanico, optò per la realizzazione del parco, impiantando centinaia di esemplari arborei anche di specie esotiche.

L’area, prezioso polmone verde al centro della città a cui si accede attraverso sette cancellate in ferro battuto (delle quali è rimasta originale solo quella dell’ingresso principale, di fronte all’imponente Monumento a Domenico Rossetti) si estende per circa 30.000 mq percorsi da un intreccio di sentieri, ora asfaltati, tra i quali si aggirava anche Zeno, il protagonista del romanzo «La coscienza di Zeno» dello scrittore triestino Italo Svevo, sperando di imbattersi casualmente nell’amata che abitava nei pressi.

Il Giardino Pubblico è la sede ideale per commemorare i figli illustri della Città, e infatti nel corso degli anni vi sono state collocate le loro effigi in forma di “erme”, secondo la tradizione classica, ossia la testa poggiata direttamente su un pilastro o colonna, o di” busti”, con accenno alle spalle che si innestano su una stele.

Luca Bellocchi ha illustrato uno per uno la trentina di personaggi rappresentati, scrittori e poeti per la gran parte, incluso James Joyce, lo scrittore irlandese che tanto ha amato Trieste, ma anche musicisti, pittori, patrioti e altri che hanno meritato un ricordo pubblico tra gli innumerevoli di cui la Città può andare fiera. Le uniche donne presenti sono Letizia Fonda Savio e Anita Pittoni, influenti figure nella cultura della Trieste novecentesca. Di ogni personaggio, la guida ha fornito una collocazione storica e descritto il contesto culturale delle epoche in cui sono vissuti e hanno operato, contemporaneamente descrivendo l’autore e lo stile scultoreo.

Egli ha messo in evidenza che tutti gli scultori triestini sono stati chiamati a dare la loro prestazione, su marmo e pietra nel 1800 e specialmente bronzo nel secolo scorso, cosicché il Giardino Pubblico rappresenta un alto valore anche per queste testimonianze artistiche.