La postura in piedi e seduti: le garanzie per un’immagine di successo

13.11.2012 20:45

 

Il 13 novembre 2012, in collaborazione con l’Accademia Europea CRS-IDEA, via della Geppa 2, si è tenuto il primo appuntamento del nuovo ciclo dedicato alla «Comunicazione nella gestualità vista dal galateo» con Maura Sacher, esperta in cerimoniali ed etichetta, redattrice e curatrice di una rubrica sul ‘Galateo della Tavola’ per alcune riviste on-line.

I tre incontri del ciclo intendono mettere in evidenza alcuni principi di uno speciale codice di comportamento che va sotto il nome di Galateo, partendo dall’assunto, condiviso dalla psicologia cognitiva, che il comportamento e il portamento dicono molte cose su chi siamo e come siamo stati educati, ben oltre le parole che usiamo per interloquire con il nostro prossimo. Giacché il linguaggio del corpo parla al posto della nostra voce e racconta più cose di quanto a volte vorremmo far sapere, con l’apporto mirato di altre discipline, quali la Sociologia della Comunicazione, la Psicologia del comportamento, la Prossemica e la Cinesica, le Neuroscienze, tra immagini ed esempi dal vivo, il pubblico ha modo di analizzare certe posture che la psicologia del linguaggio del corpo interpreta in un certo modo e raffrontarle con i canoni del Galateo e dell’Etichetta. Nella postura rientrano tutte quelle posizioni che assumiamo quando siamo in stazione eretta e seduta, come teniamo il busto, le braccia, le mani, le gambe, i piedi, inclusa la testa con tutti i suoi movimenti ed espressioni, e anche lo sguardo.

L’Obiettivo finale è osservarci meglio e correggerci ove è possibile per poterci sentire più disinvolti e sicuri nella vita relazionale e lavorativa, e nello stesso tempo imparare a controllare alcuni movimenti corporei di natura involontaria affinché il messaggio non-verbale non entri in conflitto con quello verbale, distorcendo la comunicazione e alterando l’immagine di noi che vogliamo rendere.

 

L’argomento della prima serata, “La postura in piedi e seduti: le garanzie per un’immagine di successo”, era indirizzato a dare risposte a domande del tipo: come tengo le mani e le braccia quando mi trovo in piedi o seduto? E le gambe? Quanto pesano le emozioni sul mio corpo?

Il controllo dei nostri gesti passa per il controllo delle nostre emozioni.

La persona che ha successo, che viene ammirata come “modello” da seguire, è una persona sicura di sé che vive il giusto equilibrio fra la parte razionale e quella emozionale. Quando ci troviamo a nostro agio, ci sentiamo rilassati e il nostro corpo riflette questo stato; assumiamo sia in piedi sia seduti una postura eretta ma rilassata, non rigida o tesa, e non accasciata o contorta, con gambe e braccia intrecciate o viceversa distese verso i quattro punti cardinali, posture che denoterebbero una gamma di sfumature di stati d’animo negativi, dalla timidezza alla aggressività repressa, dall’insofferenza alla superbia, che per il Galateo non sta bene manifestare in un contesto di socialità. Stare composti dimostra rispetto per la circostanza.

 

La postura è il principale ostacolo ad una corretta comunicazione e anche uno dei comportamenti che il galateo osserva di più.

Davvero incrociare le braccia davanti al petto è solo segno di chiusura, non può essere anche di tracotanza? Il Galateo vede in questo gesto una barriera sociale che si frappone tra due individui, un palese segnale di rifiuto, come se chi incrocia le braccia voglia far intendere all’altro «di te non mi importa niente, mi dai fastidio»: comunicare palesemente un’ostilità non rientra nelle buone maniere. È stato dimostrato che l’apertura del corpo fa da specchio all’apertura mentale, in un corpo rilassato la mente è più pronta a recepire, non chiudendoci dietro a barriere siamo, in effetti, più disponibili e concilianti.

 

La psicologia guarda anche “da che parte pendiamo”, ossia su quale gamba ci appoggiamo, quale ginocchio pieghiamo, verso quale direzione orientiamo la testa e le punte dei piedi, i quali sono visti come frecce, indicando la direzione verso la quale vorremmo andare col pensiero e pure in concreto, fisicamente. Tutto ciò in riferimento al fatto che le due metà del corpo sono guidate rispettivamente dall’emisfero sinistro, sede del pensiero logico e razionale, responsabile dei movimenti della parte destra del corpo, e dall’emisfero destro, sede delle emozioni, responsabile dei movimenti della parte sinistra del corpo. Ogni volta che l’asse del corpo si sposta, quella parte mostrerebbe se ascoltiamo con empatia, condivisione o contrarietà, sufficienza, noia. E persino se ci stiamo preparando ad un attacco! Chi volesse inquadrarci guarderebbe da che parte “pendiamo”, benché chi ci osserva non può sapere se noi magari siamo mancini, e dopotutto la psicologia non è una scienza esatta …

Quindi è meglio rispettare il Galateo: mostriamoci composti e ritti, benché non rigidi, su due piedi paralleli e fermi, e senza fare movimenti di insofferenza, che rivelerebbero palesemente quello che pensiamo, cioè “l’ora di farla finita”.