La gestualità nel galateo e nel linguaggio del corpo

29.04.2011 15:01

La gestualità nel galateo e nel linguaggio del corpo

Seminario di Business Etiquette con Maura Sacher

 

Il 29 aprile 2011, in sala “Sissi” dello Starhotels Savoia Excelsior, Trieste si è svolto il Corso breve rivolto a uomini e donne, professionisti, manager, a persone che desiderano essere sempre alla “altezza” in ogni situazione.

Partendo dalla premessa che il nostro corpo parla più di quanto a volte vorremmo, e che il comportamento e il portamento dicono molte cose su chi siamo e come siamo stati educati, il Seminario ha voluto analizzare alcune gestualità abituali e spontanee che lanciano segnali, rivelando ciò che noi pensiamo e siamo. L’obiettivo finale era stimolare le persone ad osservarsi meglio e correggersi ove è possibile, per sentirsi più sicuri nella vita sociale e lavorativa.

Con la consueta modalità interattiva, tra immagini ed esempi dal vivo, assieme ai partecipanti sono state analizzate alcune posture frequentemente adottate nelle più varie situazioni e che la Psicologia del Linguaggio del corpo legge in un certo modo; sono state riconosciute quelle che possono essere evitate per non dare di noi un’immagine distorta, e nel contempo quelle che stanno nei canoni del galateo e dell’etichetta. La conduttrice ha utilizzato anche l’apporto di altre discipline, quali le Neuroscienze, la Sociologia della Comunicazione e la Prossemica.

Ad esempio, poiché è stato scoperto che attorno al corpo ci sono quattro aree comunicative da ognuno considerate come proprio territorio, proprio spazio vitale, entro il quale volentieri accogliamo chi ci aggrada e dal quale teniamo distanti chi non ci aggrada, ogni “sforamento” può essere “percepito” quale intrusione e violazione nella sfera personale; se viene fatta da altri nei nostri confronti, sentiamo l’azione come manifestazione di aggressività. E tale può risultare una pacca sulla spalla e altrettanto un gesto che preluda allo sfioramento di una qualsiasi parte del corpo o dell’abito o di un oggetto che ci appartiene, ma anche uno sguardo troppo a lungo fisso negli occhi, e pure il gesticolare delle mani verso il nostro viso, specie se stringono un oggetto a punta (penna o posata che sia). O ancora l’accavallare delle gambe “a squadra” ove le scarpe altrui vengano esibite in nostra direzione. Riguardo alle membra strettamente incrociate, esse possono essere segnale di chiusura in sé stessi, un gesto di distacco emozionale da quanto è circostante, equivalendo ad un gesto di auto-protezione o di ostilità. Su questo terreno Psicologia del corpo e Galateo coincidono nell’attribuire la medesima valenza. Ciò è utile da sapere per controllare la nostra gestualità. Le buone maniere esigono atteggiamenti che non siano occasioni di disagio e disturbo per chicchessia.

È stata poi analizzata la questione dello sguardo, per vedere se sia corretto guardare negli occhi la persona che parla. Anche in questo caso sono stati portati degli esempi per evidenziare quanto certi sguardi possono disturbare o mettere in imbarazzo gli interlocutori.

È stato affrontato, infine, il corretto portamento da seduti o all’impiedi, riguardo alla posizione delle gambe e delle braccia, comprese le mani. Al di là dei significati che ne dà il linguaggio del corpo, l’etichetta ha le sue imposizioni: quanto più è solenne la situazione tanto più si deve stare composti, in ogni caso escludendo qualsiasi postura che faccia venir meno il rispetto per l’ambiente e gli astanti, nonché il decoro di noi stessi.

 

In conclusione i partecipanti hanno riconosciuto che gli argomenti affrontati sono dilemmi frequenti per chi si pone il problema, e soprattutto una scoperta per chi non se lo era mai posto.