Manciù, l’ultimo imperatore

24.04.2012 15:00

 

Il 24 aprile 2012, in collaborazione con l’Agenzia Mittelnet, presso la loro sede di via S. Giorgio, la dott. Irene Bordignon, specialista in Lingue e culture dell’Asia Orientale, ha intrattenuto il pubblico sul quadro storico, politico e culturale della Cina nei cinquecento anni (dal 1644 al 1911) di dominio della dinastia cinese sul Celeste Impero, fornendo una contestualizzazione molto utile di ciò che veniva esposto nella Mostra di Treviso «Manciù, l’ultimo imperatore».

La Mostra a Ca’ dei Carraresi, che si conclude il 13 maggio 2012, quarto e ultimo appuntamento del ciclo “La Via della Seta e la Civiltà Cinese”, è la più grande mostra sui Manciù mai realizzata finora nemmeno in quel Paese. La mostra è stata organizzata per celebrare il Quarantennale delle relazioni diplomatiche tra Italia e Cina.

 

Il 12 maggio 2012, a Treviso, la stessa dott. Irene Bordignon, guida ufficiale della eccezionale Mostra, ci ha accompagnato stanza per stanza, sezione per sezione, alla scoperta di veri tesori: le armi e le uniformi militari dei grandi imperatori Kangxi e Qianlong, le preziose suppellettili delle regge dei Manciù, oggetti in oro e argento, giada, porcellana, rame, lacche, seta, smalti, incluse le mitiche collezioni dell’Imperatrice Cixi, esposte insieme ai reperti che testimoniano il crollo dell’Impero. In una parte della mostra abbiamo potuto osservare documenti storici, diari e fotografie, dedicati alla storia umana dell’Ultimo Imperatore Pu Yi (1906-1967), il quale ancora bambino regnò per soli tre anni col nome di Xuan Tong e dopo l’avvento della Repubblica fu lasciato in vita, prima recluso nel Palazzo Imperiale di Pechino, ancora oggi preservato intatto, poi, dopo alterne vicende, che lo videro manovrato dai Giapponesi e in seguito gli costarono dieci di carcere sotto il regime comunista al potere, alla fine si dovette trasformare in semplice cittadino “popolare” indossando l’umile grigia divisa «alla Mao».

Abbiamo potuto ammirare le vesti del bambino-imperatore Pu Yi, la famosa gabbietta del grillo suo unico amico nella Città Proibita (come racconta il film capolavoro di Bernardo Bertolucci, 9 premi Oscar), la sua prima macchina fotografica, e altri pochi oggetti superstiti degli anni 1908-1924.

Per la prima volta al mondo, ed evento unico nella storia della Cina, il favoloso trono della mitica Dinastia è stato completamente smontato e con tutti i suoi arredi riallestito a Casa dei Carraresi. È stata una visione mozzafiato.

Un’altra notizia in particolare è degna di rilievo: il più grande pittore cinese del Settecento (di cui sono esposti quattro straordinari dipinti su seta) è il missionario gesuita milanese Giuseppe Castiglione, che prese il nome di Lang Shining, dimostratosi abile anche come architetto, responsabile della progettazione dei palazzi in stile occidentale nei giardini imperiali del Vecchio Palazzo d’Estate.