Trieste e il Liberty

28.04.2009 17:57

Conversazione di Bernardino de Hassek, con proiezione di immagini, 28 aprile 2009,  Casa della Musica, Trieste

Bernardino de Hassek, Triestino da cinque generazioni, ha trascorso quasi tutta la sua vita lavorativa in diverse località in Italia e all’estero, mantenendo tuttavia saldi legami con la sua città d’origine nella quale ritorna sempre volentieri e ultimamente ancora più spesso, riscoprendone ogni volta, da attento osservatore, aspetti nuovi, positivi ma anche critici.

Svolge la professione di consulente aziendale, con particolare riferimento alla formazione di collaboratori di imprese e Ricerca Attiva del Lavoro, e per passione si dedica all'attività di relatore su argomenti che rappresentano nicchie storiche e microcosmi soprattutto dei territori di Trieste e della regione. Da eclettico studioso, scrive per una rivista mensile settoriale del Triveneto, in cui cura la rubrica dedicata ai Caffè storico-letterari italiani, e per un giornale lombardo. È tra i soci fondatori dell’Accademia dell’Immagine di Trieste e ricopre la carica di Segretario.

(Si vedano altre note biografiche di de Hassek alla pagina dei Fondatori dell’Accademia)

 

 

Il relatore, con il sussidio delle immagini, ha iniziato percorrendo a grandi linee le radici culturali di Trieste, per poi illustrare al pubblico l’origine e l’evoluzione della corrente artistica conosciuta come “Liberty”. Con questo nome si intende un vasto movimento artistico che, tra fine ‘800 ed inizi ‘900, interessò soprattutto l’architettura e le arti applicate. Il fenomeno prese nomi diversi a seconda delle nazioni in cui sorse: in Francia si chiamò «Art Noveau», in Austria «Secessione», in Gran Bretagna «Modern Style». In Italia ebbe inizialmente la definizione di «Floreale», per assumere presto il nome di «Liberty», dal nome dei magazzini londinesi di Arthur Lasenby Liberty, rivenditore di prodotti orientali per l’arredo di gusto floreale. Il Liberty cercò ispirazione nella natura e nelle forme vegetali, creando uno stile nuovo, i cui caratteri distintivi divennero l’accentuato linearismo e l’eleganza decorativa.

De Hassek ha passato in rassegna i principali palazzi e le ville di stile Liberty di Trieste e dintorni, con le loro originali caratteristiche, ricordando il nome dell’architetto progettista e sottolineando lo stato di conservazione, che spesso risulta carente. Ha fatto notare le varie soluzioni artistiche delle facciate e dei portoni, nonché dei balconi e specialmente dei sottotetti, suggerendo ai suoi concittadini e ai turisti in visita di godere delle bellezze architettoniche «camminando con lo sguardo all’insù». La lettura della poesia di U. Saba dedicata a “Trieste” ha chiusa degnamente la serata. Molti gli interventi del pubblico, anche per portare testimonianze.